La Stanzina

Mi ritorni in mente..., ...ma anche no!

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Real Pasta
view post Posted on 18/5/2011, 13:54




In questa rubrica posterò periodicamente profili di calciatori che hanno transitato, con più o meno fortuna, nel nostro campionato. Mi riferisco a quei calciatori che si trovano sul confine del "ricordo" e del "non ricordo", che magari sono sepolti nella memoria (almeno nella mia), e che una volta tirati fuori dal cumulo di polvere che li sotterrava, generano inevitabilmente ilarità. Postate anche voi giocatori "che vi ritornano in mente...."!!!
Vi invito a partecipare... per non dimenticare!!!

CARLOS GAMARRA

image Il ricordo di questo giocatore sarà più o meno presente nei tifosi interisti.
24 presenze in 3 stagioni con addirittura un gol segnato. Tra l'altro è riuscito a vincere anche una coppa Italia, risultando così più vincente di Roberto Carlos con la maglia nerazzurra.
Non ci sono motivi per cui i tifosi delle altre squadre se lo debbano ricordare.
 
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perro caliente
view post Posted on 18/5/2011, 20:19




GONZALO SORONDO

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Gonzalo Sorondo inizia a tirare i primi calci al pallone cimentandosi come attaccante. Grazie all’intuito del tecnico Fuentes, arriva poi a vestire la maglia del Defensor Montevideo, con la quale debutta in prima squadra (da difensore); quasi contemporaneamente, entra nel giro della Nazionale Under 20, con la quale disputa un Campionato Sudamericano e un Mondiale, entrambi nel 1999. La stagione 2000/01 è quella della consacrazione: diventa titolare inamovibile e veste per la prima volta la maglia della Nazionale maggiore. «E’ un giocatore molto intelligente – disse l’allora tecnico della Nazionale Victor Pua – nonostante la sua giovane età, ha molta personalità; pensate che nel 1998 aveva appena perso suo padre, e nonostante questo venne con noi a disputare il Torneo Sudamericano». Sorondo è proprio così: sembra che le preoccupazioni, le tensioni, i problemi, gli scivolino addosso. Alto, possente, ma anche rapido, a soli 22 anni è ormai una colonna della sua Nazionale e disputa da protagonista le qualificazioni al Mondiale nippocoreano. Il 1 Luglio 2001 il suo Uruguay affronta il Brasile in una delle ultime gare per le qualificazioni ai Mondiali e gioca una delle migliori partite della sua carriera, riuscendo ad annullare completamente un certo Romario. In tribuna ci sono osservatori di varie società, e anche quelli dell’Inter, i quali decidono su due piedi di portare il ragazzo a Milano, sborsando ben 18 miliardi di Lire e battendo la concorrenza del Real Madrid, assicurandosi così il centrale che, nei piani di Cuper, dovrebbe sostituire il partente Blanc. Prime gare di campionato: all’Olimpico contro la Roma si è al cospetto di un giovanotto lento e clamorosamente impacciato, tanto che ai tifosi nerazzurri sembra di assistere ad un film già visto più volte, scritto e diretto dal solito Moratti. Dopo un’apparizione contro il Brescia (deve marcare Tare che segna di testa), c’è la memorabile gara casalinga contro il Chievo, persa per 2 a 1 con entrambi i gol facilitati da svarioni pazzeschi dell’uruguagio. Nella successiva gara a Piacenza, Sorondo addirittura serve un assist a Gautieri, complicando terribilmente le cose ai suoi. Poi poco altro: in quell’amaro 5 Maggio contro la Lazio all’Olimpico, per sua fortuna Sorondo non scende in campo ma siede in panchina. Ciò non gli evita di essere messo sulla graticola, come i vari Gresko, Vivas, Georgatos e chi più ne ha più ne metta. Contrariamente alla previsioni, tuttavia, Sorondo resta di proprietà dei nerazzurri anche l’anno successivo, nonostante in estate accumuli altre figuracce al Mondiale. «E’ giovane – dicono da Via Durini – e bisogna dargli fiducia». Ma a fine stagione 2002/03 il suo tabellino recita zero presenze, il che lo esenta almeno dalle critiche per la pessima annata. Nonostante l’Inter cerchi continuamente di utilizzarlo come pedina di scambio per arrivare ad altri giocatori, in Italia nessuno vuol più sentire parlare di lui. E così la sua carriera prosegue senza gloria all’estero, prima in Belgio, poi in Inghilterra e quindi in Brasile, all’Internacional di Porto Alegre.

PALMARES (...Oooolè!):

Stagione - Squadra - Presenze - Reti
1997-01 Defensor Sporting 62 - /
2001-02 Inter 11 - /
2002-03 Inter - / - /
2003-04 Standard Liegi 23 - 2
2004-05 Crystal Palace 19 - /
2005-07 Charlton 8 - /
gen. 07 Defensor Sporting 9 - /
2007-09 Internacional 16 - 1

Fonte: www.calciobidoni.it
 
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il_mister
view post Posted on 18/5/2011, 22:57




validissima questa cosa. metterò qualcosa anch'io...però mi par di capire che ce ne sarà tanti dell'inter, e poi dicono come mai nn vincevano prima, altro che calciopoli!!
 
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perro caliente
view post Posted on 19/5/2011, 00:38




Non confermo né smentisco... :lol:
 
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perro caliente
view post Posted on 19/5/2011, 01:03




JUAN EDUARDO ESNAIDER

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Nato a Mar de la Plata, in Argentina, il 5 marzo 1973, la carriera di questo talentuoso giocatore è fulminea; dopo appena sei presenze nella massima serie argentina con il Ferro Carril, a soli 19 anni si trasferisce al Real Madrid. Sembra il primo passo di una grande scalata, ma il carattere difficile e l’indisciplina saltano subito all’occhio, soprattutto con la maglia delle giovanili dell’Argentina.
Nel 1993 viene ceduto al Real Saragoza; quella che sembra una retrocessione è in realtà la svolta. Eduardo gioca bene e contribuisce alla vittoria in Coppa del Re e nella Supercoppa spagnola. Seguono stagioni discrete ma non esaltanti, nelle quali veste la maglia dell’Atletico Madrid e poi dell’Espanyol.

«Ero arrivato in Spagna con la convinzione che avrei bruciato le tappe e, visto come sono andate le cose. sono un po’ deluso. Per questo non vedo l’ora di dimostrare che le colpe di certe situazioni non erano mie».
La Juventus, fortemente penalizzata dall’infortunio di Del Piero, lo preleva proprio dalla seconda squadra di Barcellona.
«La mia vita professionale comincia adesso», ha spiegato, pieno di entusiasmo, il giorno della presentazione, «perché giocare nella Juventus, la squadra più famosa del mondo, è un’occasione unica e non la voglio sprecare».
Nonostante le premesse e le promesse, «ho trovato un gruppo di campioni davvero incredibile. Nessun’altra squadra al mondo ne può mettere insieme così tanti in una volta sola. Li ho visti caricatissimi e mi hanno spiegato che qui conta solo vincere, che tutto è finalizzato a quell’obiettivo. “Està bien”, perché anche per me il massimo è conquistare trofei. Ed il primo a cui penso è la Champions League. Subito, per fare un regalo ai tifosi bianconeri», la sua esperienza bianconera è disastrosa, pur essendo nel pieno della maturità atletica; gioca pochissimo, 26 presenze ed appena due gol, uno in Coppa Italia ed uno in Coppa Uefa, contro i ciprioti dell’Omonia Nicosia.

Comincia una parabola discendente, quasi inarrestabile; il ritorno a Saragoza, un anno al Porto, sempre alla ricerca di continuità mai trovata. Nel 2002, il clamoroso ritorno in Argentina, nel River Plate, ma sarà una brutta esperienza, con poche presenze e tante incomprensioni. Si trasferisce in Francia, nell’Ajaccio per poi ritornare in Spagna, nel Murcia; ormai alla soglia della trentina, ha un violento litigio con una giornalista e si fa condannare dalla giustizia spagnola. Torna in patria: il Newell’s gli offre un contratto, ma ormai siamo agli sgoccioli di una carriera che non ha reso giustizia al talento del bomber di Mar de la Plata.

Fonte: http://laltrajuve.myblog.it/archive/2008/0...o-esnaider.html
 
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Real Pasta
view post Posted on 19/5/2011, 07:51




Bhe mi sembrava giusto aprire questa rubrica con un giocatore dell'Inter. Mi sembrava un tributo obbligato.
Comunque ci tengo a sottolineare che i giocatori di questa rubrica non necessariamente devono essere bidoni, ma possono essere anche buoni giocatori, che però per qualche motivo sono poco ricordati (hanno giocato per poco in serie A, hanno giocato per squadre non di primo piano ma magari loro erano buoni giocatori e al tempo venivano rammentati spesso etc..).
A breve ne ho uno che ha una storia di background attuale piuttosto valida!
 
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perro caliente
view post Posted on 19/5/2011, 13:46




JEREMIE BRECHET

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Jeremie Brechet nasce a Lione il 14 agosto 1979. Fa tutta la trafila delle giovanili con l'Olympique, e nel 1997 arriva a vincere anche una Coupe Gambardella, trofeo riservato alle formazioni primavera organizzato dalla Federcalcio francese. Nella stagione 98/99 sono ben 15 le apparizioni, nel ruolo di terzino sinistro, in prima squadra - il debutto contro il Lens, 18 settembre 1998 - il che non è male per un esordiente. Il 2001 è l'anno della svolta: Brechet vince la Coppa di Lega con l'Olympique e viene convocato in Nazionale da coach Lemerre per la Confederations Cup, a causa dell'infortunio occorso a Bixente Lizarazu. Qualche settimana dopo viene cercato addirittura dal Barcellona, che propone al Lione uno scambio alla pari con Zenden. Ma Brechet non si muove dalla Francia, e nelle stagioni successive si consacra: vince due campionati consecutivi (2002 e 2003) con l'Olympique, giocando un totale di 59 partite solo in Ligue1, e nel 2002 con la Nazionale Under 21 di Domenech (ex tecnico proprio del Lione) conquista un secondo posto all'Europeo disputatosi in Svizzera a fine Maggio. Il costo del suo cartellino lievita fino a toccare i 10 milioni di euro: la Juventus lo fa seguire, ma Massimo Moratti se ne innamora vedendolo giocare a San Siro, in Champions League. E' il 2 ottobre 2002 quando l'Olympique va a battere l'Inter sul proprio terreno amico per 2-1: venti giorni dopo i francesi bloccano ancora i nerazzurri, questa volta in casa, con il risultato di 3-3. E' un Lione effettivamente interessante: ci sono Juninho Pernambucano, l'esperto Sonny Anderson, il forte portiere Coupet, nonché il rapido Dhorasoo. I dirigenti dell'Inter, tuttavia, sul taccuino segnano solo il nome di Jeremie Brechet. L'occasione per prenderlo arriva qualche mese dopo. Branca e Oriali, il 28 agosto 2003, si trovano a Montecarlo per il sorteggio di Champions, e incontrano - fortuitamente? - i dirigenti del Lione, ai quali propongono la cessione del terzino. Le due parti combinano l'affare e il 31 agosto, ultimo giorno utile, il contratto del giocatore viene depositato in Lega: battuta la concorrenza del Bayer Leverkusen. L'Inter paga circa 5 milioni di euro, Brechet firma un contratto di 4 anni. Brechet incontra per la prima volta i nuovi compagni di squadra a margine della prima giornata del campionato 2003/04, che vede l'Inter contrapposto al Modena. Il 3 settembre viene presentato alla stampa insieme a Julio Cruz. "I nostri osservatori lo seguivano da almeno due o tre anni - dice Marco Branca di Brechet - e abbiamo avuto una grande occasione, prendendo uno specialista del ruolo in un momento in cui il mercato non offriva grandi alternative". "Sono nato come centrale - spiega, andando sul tecnico, lo stesso Brechet - ma al Lione ho sempre giocato da laterale sinistro. Non ho preferenze, gioco dove me lo chiede l'allenatore. Cuper? Penso che sia un allenatore molto preparato, è questo uno dei motivi per cui ho scelto l'Inter. Conosco lui e conosco le squadre che ha allenato. Ha raggiunto due finali di Champions League con il Valencia, non può essere un caso". I tifosi nerazzurri malcelano una certa preoccupazione, soprattutto perché tra i difetti riconosciuti a questo ragazzo c'è il gioco aereo, e per uno alto 186 centimetri questo può essere un bel problema. Brechet esordisce il 28 settembre in trasferta contro l'Udinese, giocando novanta minuti tutto sommato non disonorevoli. La domenica successiva il tecnico lo schiera coraggiosamente nei venti minuti finali del derby con il Milan: dopo dieci minuti dal suo ingresso in campo si addormenta in area e consente a Shevchenko di firmare il 3-1 per i rossoneri a seguito di uno scambio con Cafu. Il francese è ancora in campo, stavolta da titolare, una settimana dopo contro il Brescia: al 21' si rende protagonista di una papera colossale, insieme a Francesco Toldo, che consente a Roberto Baggio di segnare l'1-0. Poi altri erroracci, fino al 2-2 che chiude la partita, e con essa l'esperienza di Hector Cuper sulla panchina dell'Inter. In panchina arriva Alberto Zaccheroni, e Brechet trova sempre meno spazio. Il 30 novembre, contro la Juventus, un solo umiliante minuto, peraltro a risultato (3-1) già acquisito a proprio favore. Poi un altro spezzone contro il Perugia, e un fugace ma intenso cameo in Inter-Empoli del 18 gennaio: qui entra a metà ripresa, e al novantesimo si fa ubriacare da una - non irresistibile - finta di Tavano, che dalla fascia crossa al centro dove Rocchi mette in rete, per il tripudio dei toscani che escono da San Siro con l'1-0 in tasca. C'è da dire, a sua parziale discolpa, che Jeremie è reduce dal suo matrimonio, celebrato il 27 dicembre con la bella Ermelinda Zamanifary, e che dunque la testa forse si trova ancora in viaggio di nozze. Seguono alcuni minuti contro Chievo, Ancona (solo cinque minuti contro una squadra praticamente già retrocessa!) e Bologna (entra al 23', giusto in tempo per assistere da spettatore a due gol dei felsinei). Si conclude qui la penosa stagione di Jeremie Brechet, ribattezzato "Geremia" da Roberto Scarpini, telecronista di Inter Channel. Una stagione che ha regalato al francese anche 2 apparizioni in Coppa Italia, 2 in Champions League (sconfitte larghissime patite da Lokomotive Mosca e Arsenal) e 2 in Coppa Uefa. Alcuni dei tifosi nerazzurri più attenti lo ricorderanno, il 22 febbraio 2004, sfilare in passerella e posare per alcune fotografie in occasione della presentazione della linea moda Pirelli P-Zero autunno/inverno, in compagnia di Adriano e Martins. In estate Brechet, grazie ai buoni uffici del suo procuratore Frederic Guerra, lionese doc (lo stesso di Govou e Diarra), riesce ad ottenere un ricco contratto quadriennale in Spagna, alla Real Sociedad. Il 31 maggio 2004 avviene la presentazione ufficiale con gli iberici. Del suo addio all'Inter, il giocatore dirà: "Zaccheroni mi disse chiaramente che non mi avrebbe mai fatto giocare". Questa sì che è fiducia. Dell'esperienza di Brechet all'Inter mi piace ricordare soprattutto le profetiche parole che il collega Stefano Olivari - il quale spero non si offenderà, e anzi è autorizzato a rendere pan per focaccia se necessario - scrisse a pochi giorni dall'acquisto del giocatore, per il sito indiscreto.it: "Brechet è il primo ottimo affare dell'Inter, sia tecnicamente che economicamente, da tempo immemorabile. Secondo noi il ventiquattrenne lionese toglierà in maniera strutturale il posto a Francesco Coco. Non si tratta del solito centrocampista fallito spedito in difesa, o della solita ala sinistra senza talento arretrata solo perchè davanti c'è chi è più bravo di lei. Brechet è un difensore-difensore, capace di tenere il pallone fra i piedi quando sale. Senza essere un fenomeno, un giocatore di ruolo che giocherà nel suo ruolo". Parole che si commentano da sole...

Fonte: www.tuttomercatoweb.com/?action=read&id=34369
 
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Real Pasta
view post Posted on 20/5/2011, 13:00




CARLO NERVO

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Nasce calcisticamente nel Bassano Virtus e spende la sua carriera sostanzialemnte nelle file del Bologna. I veri fantallenatori dovrebbero conservare un buon ricordo di questo giocatore, visto che era costantemente segnato centrocampista dalla Gazzetta, e il più delle volte veniva schierato di punta, anche con discreti risultati.
Il buon ricordo potrebbe svanire in alcuni, considerando l'attività che il buon Carlo svolge adesso:

image Sindaco di Solagna nelle file della Lega Nord!

Questo mi porge un assist perfetto per il profilo del prossimo calciatore.
 
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Real Pasta
view post Posted on 24/5/2011, 15:41




L'assist che mi porge Carlo Nervo mi porta diritto diritto a........

MARCO OSIO

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Calciatore salito alla ribalta con il Parma di Nevio Scala. Soprannominato "il sindaco".
Oltre alla felice parentesi emiliana non ci sono grandi motivi per cui ricordarsi di questo giocatore se non per una curiosità:
è stato il primo calciatore italiano a giocare in un campionato brasiliano e lo ha fatto nelle file del Palmeiras. La cosa curiosa è che a quel tempo la Parmalat controllava sia il Parma che il Palmeiras.
Attualmente allena la Fortis Juventus di Borgo San Lorenzo dopo esser stato costretto al ballottaggio. :D
Grande Marco! In bocca al lupo!
 
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perro caliente
view post Posted on 24/5/2011, 22:27




GABRIELE AMBROSETTI

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Quando arrivò a Londra, al Chelsea si aspettavano tutti il nuovo Ryan Giggs. Così lo aveva definito Gianluca Vialli, manager dei Blues, quando lo acquistò dopo quattro anni straordinari passati al Vicenza, sua seconda casa dopo l'amata Varese. Quel paragone pesò a tal punto che Gabriele Ambrosetti non seppe ripetere in Premier League quanto di buono mostrato in Serie A. "A Londra ho vissuto un'esperienza bellissima sotto il profilo umano, avevo dei grandi campioni davanti e non riuscivo ad esprimermi al meglio, ma quel gol in Champions con il Galatasaray fu una liberazione". Eppure il momento più intenso della carriera fu l'esordio tra i professionisti con il Varese e la vittoria più bella quella in Coppa Italia con il Vicenza, nel 3-0 al Napoli nella stagione 1996-97: "Quel gruppo era fantastico, Viviani, Di Carlo, Brivio finimmo a festeggiare la Coppa in città giocando a pallone per le strade".

Saltava gli avversari come birilli, puntava la porta e tirava con un sinistro velenoso che non lasciava scampo con quella parabola così maligna e perfetta. Oggi Gabriele Ambrosetti non è più quel ragazzaccio che non ebbe paura di sfidare i più grandi nella massima serie con la "matricola" Vicenza. L'ex ala biancorossa è passato dalla fascia al corridoio, dal mondo dei sogni alla realtà della vita quotidiana dove saper giocare al calcio conta relativamente e il lavoro richiede studio, passione e dedizione. A Gallarate il distinto Gabriele è consulente immobiliare presso l'agenzia "Riga": un ufficio elegante e sobrio, un look alla moda, capello biondo sistemato e modi di fare gentili. "Il calcio? No, non mi manca. Ho pensato di smettere relativamente giovane, prima che gli altri mi facessero capire che non era il caso di continuare".

Le ultime due stagioni agonistiche di Ambrosetti sono state alla Fulgorcardano in Promozione dopo anni di professionismo divisi tra Varese, Brescia, Venezia, Vicenza, Piacenza, Chelsea e Pro Patria. La sua nuova vita da lavoratore "normale" è iniziata da ormai cinque anni, da quando grazie all'invito di amici ha intrapreso questa professione: "Un mondo che richiede tanto studio, molta pazienza e grandissimo impegno - spiega - D'altronde devo recuperare il tempo perso, prima ho fatto solo il calciatore e ora mi accorgo quali sono le problematiche delle persone".

FONTE: http://sport.sky.it
 
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perro caliente
view post Posted on 25/5/2011, 19:46




ANTONIO PACHECO

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Ha iniziato a giocare nel Peñarol, passando poi in Italia all'Inter. Il suo acquisto venne praticamente imposto nell'ambito di uno degli onerosi rinnovi contrattuali di Álvaro Recoba orchestrati dal procuratore sportivo uruguaiano Paco Casal, agente di entrambi i giocatori. La sua esperienza in nerazzurro si è conclusa con una presenza in campionato e un'altra in Coppa UEFA.

Milita successivamente in Spagna, con le maglie di Espanyol, Albacete e Alavés.

Dopo una breve esperienza al Gimnasia la Plata, in Argentina, torna al Peñarol.

FONTE: Wikipedia.

P.S. Notare lo sponsor della squadra uruguagia... Ma che strana coincidenza... :D
 
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il_mister
view post Posted on 26/5/2011, 09:49




ahahahah.davvero.
 
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Real Pasta
view post Posted on 26/5/2011, 10:54




La stessa "coincidenza" di Osio tra Parma e Palmeiras.
 
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Real Pasta
view post Posted on 27/5/2011, 11:32




Oggi punto i riflettori su di un calciatore che per molti potrebbe non significare niente (giustamente), ma che ai tifosi juventini potrebbe far tornare alla mente svariati ricordi:

ZORAN BAN

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Dopo un paio di buone stagioni nel Rijeka approda alla Juventus, dove i veri intenditori lo designano immediatamente "erede di Boksic".
L'immediato risultato sono 2 presenze senza gol nella stagione '93-'94. A questo punto comincia una girandola di trasferimenti degna del buon Nicola Amoruso, che lo vede passare anche da Pescara e infine arrivare al Foggia in serie C.
Purtroppo gravi problemi di salute della moglie fanno si che Zoran decida di rescindere il contratto con il Foggia e tornare in patria per starle a fianco, dimostrando di essere di gran lunga migliore come uomo che come calciatore.

Oggi è il suo compleanno. Tanti Auguri Zoran!
 
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il_mister
view post Posted on 29/5/2011, 20:02




ma guarda chi ha tirato fori bejo.ahahhaahahahahah.grandissimo.
 
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49 replies since 18/5/2011, 13:44   820 views
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